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dai GIORNALI di OGGI

HAMAS: ACCETTA LA TREGUA, MA ISRAELE FUORI DA GAZA IN UNA SETTIMANA

2009-01-17

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CORRIERE della SERA

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009-01-18

Il vertice di Sharm el Sheik

Berlusconi: "I nostri carabinieri

per il controllo dei valichi a Gaza"

Il premier: "Abbiamo dato la nostra disponibilità. Siamo pronti anche ad azioni militari in mare"

Berlusconi a Sharm el-Sheik (Epa)

Berlusconi a Sharm el-Sheik (Epa)

ROMA - "Abbiamo dato il nostro benestare affinché i nostri carabinieri si possano unire a eventuali formazioni per il controllo dei valichi". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a margine del vertice di Sharm el Sheik sulla crisi di Gaza. Il premier ha offerto anche la partecipazione ad eventuali azioni militari in mare per fermare il contrabbando di armi.

OBAMA - Secondo Berlusconi, la comunità internazionale "deve fare un grandissimo sforzo" per la soluzione della questione israelo-palestinese e "con l'avvento della nuova amministrazione Usa spero si faccia l'ultimo decisivo passo per arrivare ad una soluzione vera e concreta del problema". Berlusconi ha ricordato che la questione mediorientale è aperta da anni e "qualche volta ci siamo sentiti vicini ad una conclusione". Questa volta, ha aggiunto, "vista l'iniziativa così incisiva e valida del presidente Mubarak cui si è aggiunta l'azione del presidente Sarkozy e con l'avvento della nuova amministrazione Usa, si deve fare l'ultimo sforzo per arrivare ad una soluzione vera e concreta".

CONFERENZA - A proposito della proposta di tregua lanciata da Hamas proprio mentre era in corso il vertice, Berlusconi ha dichiarato: "È poco ma è sempre qualcosa". Il presidente del Consiglio ha poi confermato la disponibilità dell'Italia ad ospitare ad Erice, in Sicilia, un'eventuale conferenza per la pace e di essere pronta a pagarne tutte le spese.

18 gennaio 2009

 

 

 

Poi la preghiera per le "vittime innocenti dell'inaudita violenza"

"Si vada a soluzioni pacifiche e durevoli"

Il Papa interviene su Gaza al termine dell'Angelus: "Approfittare con saggezza degli spiragli aperti"

CITTA' DEL VATICANO - Papa Benedetto XVI spera "vivamente" che a Gaza "si sappia approfittare, con saggezza, degli spiragli aperti per ripristinare la tregua e avviarsi verso soluzioni pacifiche e durevoli". Lo ha detto al termine della preghiera dell'Angelus.

PREGHIERA PER LE VITTIME - Il pontefice ha poi detto di seguire "con profonda trepidazione" il conflitto mediorientale e ha invitato tutti alla preghiera. "Ricordiamo anche oggi al Signore le centinaia di bambini, anziani, donne, caduti vittime innocenti dell’inaudita violenza - sottolinea il Papa - i feriti, quanti piangono i loro cari e coloro che hanno perduto i loro beni. Vi invito, nello stesso tempo, ad accompagnare con la preghiera gli sforzi che numerose persone di buona volontà stanno compiendo per fermare la tragedia.

"SPAZIO PER TUTTI" - Ratzinger ha rinnovato poi "l’incoraggiamento a quanti, da una parte come dall’altra, credono che in Terrasanta ci sia spazio per tutti, affinché aiutino la loro gente a rialzarsi dalle macerie e dal terrore e, coraggiosamente, riprendere il filo del dialogo nella giustizia e nella verità. E’ questo l’unico cammino che può effettivamente schiudere un avvenire di pace per i figli di quella cara regione".

18 gennaio 2009

 

 

 

 

 

009-01-17

ABU MAZEN: ORA VIA LE TRUPPE. A Sharm il vertice della pace, c'è anche Berlusconi

Tregua violata, 5 razzi contro Israele

Poi Hamas accetta il cessate il fuoco

Gerusalemme replica con un raid su Bei HanounTv israeliana: "Iniziato il ritiro di alcune unità"

Una veduta di Beit Lahia, semidistrutta dopo i raid israeliani. La popolazione torna a quel che resta delle proprie case (Afp)

Una veduta di Beit Lahia, semidistrutta dopo i raid israeliani. La popolazione torna a quel che resta delle proprie case (Afp)

MILANO - Hamas è pronto ad accettare il cessate il fuoco e lo stesso vale per le diverse fazioni palestinesi riunite a Damasco. Ne ha dato notizia un portavoce della Jihad islamica, uno dei gruppi che si sono ritrovati nella capitale siriana, dopo che già un rappresentante di Hamas aveva annunciato la decisione di far tacere temporaneamente le armi. I gruppi armati palestinesi hanno fatto sapere che per una settimana interromperanno le ostilità, ma in questo lasso di tempo l'esercito israeliano dovrà provvedere a lasciare il territorio della Striscia. Il governo israeliano, tuttavia, aveva già fatto sapere di non essere disponibile a questa opzione, precisando che le truppe resteranno fino a che non sarà garantita la totale sicurezza per Israele e che potranno rispondere al fuoco in caso di attacchi da parte dei miliziani. Però dal vertice per la pace promosso dall'Egitto a Sharm El Sheik sono arrivate anche da alcuni leader europei, in primo luogo dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal premier britannico Gordon Brown, sollecitazioni a Gerusalemme per un ritiro dei propri soldati: "non c'è ragione perché restino a Gaza". Silvio Berlusconi, dal canto suo, ha fatto sapere che nel quadro di un intervento multinazionale di interposizione l'Italia è pronta ad una partecipazione attiva con l'invio di reparti di carabinieri per presidiare i valichi.

Un soldato su un tank esulta uscendo dalla Striscia di Gaza (Afp)

Un soldato su un tank esulta uscendo dalla Striscia di Gaza (Afp)

ATTACCO E RITORSIONE - Le premesse non erano state buone. Il cessate il fuoco era durato solo lo spazio di poche ore: nella notte, a tregua unilaterale già iniziata, diversi razzi lanciati dal territorio della Striscia avevano raggiunto le cittadine del sud di Israele, in particolare Sderot, senza però causare danni o ferimenti. L’aviazione israeliana aveva replicato colpendo alcuni obiettivi nel nord della Striscia di Gaza, in particolare nell’area di Beit Hanoun. Stando a quanto riportato dalle agenzie di stampa, una donna e la sua bambina sono rimaste ferite. Secondo quanto risulta al Corriere della Sera, poi, il numero di razzi partiti all'indirizzo di Israele sarebbe più alto rispetto ai cinque riportati dai bollettini ufficiali. E va registrata a Khan Yunis la morte di un ragazzo colpito da un cecchino (ascolta il racconto dell'inviato Lorenzo Cremonesi).

CADAVERI RECUPERATI - Inoltre, dall'inizio della tregua unilaterale sono stati 95 i cadaveri estratti dalle macerie di edifici crollati a Gaza. Il bilancio arriva da fonti sanitarie palestinesi. I corpi recuperati nelle ultime ore portano ad almeno 1.300 le vittime palestinesi dall'inizio dell'offensiva "Piombo Fuso". I cadaveri sono stati tirati fuori dalle rovine di abitazioni e baracche bombardate nei campi profughi di Jabaliya e Beit Lahiya, mentre alcuni sono stati trovati a Zeitun, tutte zone in cui nei giorni scorsi erano infuriati alcuni dei combattimenti più violenti tra truppe israeliane e miliziani di Hamas.

TV ISRAELIANA: "INIZIATO IL RITIRO" - Il ritiro israeliano da Gaza è iniziato. Secondo la televisione commerciale Canale 10 diverse unità domenica sera sono rientrate in territorio israeliano. Si tratta, ha precisato l' emittente, di colonne di mezzi blindati e di unità di fanteria. All'ingresso in Israele - ha aggiunto l'emittente televisiva israeliana - i militari sventolano sorridendo le bandiere nazionali e fanno con le dita il segno della vittoria. Parte delle unità che sono state impegnate nella operazione "Piombo fuso" restano ancora invece nella striscia di Gaza, in attesa di ulteriori istruzioni.

COLPI DI ASSESTAMENTO - "Ci saranno certamente alcuni incidenti isolati. Ci vorranno due o tre giorni prima che tutto si fermi completamente e perché Hamas capisca che siamo in un nuovo scenario", ha dichiarato alla radio militare Benyamin Ben Eliezer, ministro israeliano delle Infrastrutture e membro del gabinetto di sicurezza. Al di là di questo incidente, un portavoce militare aveva spiegato in precedenza che il cessate il fuoco proclamato unilateralmente da Israele è stato sostanzialmente rispettato anche da Hamas e che anche questa volta, al di là di piccoli screzi, "la situazione è calma".

OLMERT E ABU MAZEN - E' lo stesso premier israeiliano, Ehud Olmert, ad ammettere che "la tregua è fragile". "Stamane - ha detto nel corso del tradizionale appuntamento domenicale del governo a Gerusalemme - i palestinesi hanno di nuovo dimostrato che la tregua è fragile e che va riaggiustata minuto dopo minuto. Speriamo che il fuoco si fermi: se continua l'esercito risponderà. È pronto e preparato a farlo". Sul fronte opposto interviene il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, che in una dichiarazione diffusa dalle agenzie di stampa spiega che il cessate il fuoco unilaterale è "insufficiente" e che deve essere accompagnato dal ritiro dalla zona delle forze dello stato ebraico. Due posizioni, insomma, che restano distanti.

I LEADER EUROPEI - Intanto ha preso il via il vertice per la pace a Sharm El Sheikh, patrocinato dall'Egitto e a cui prendono parte i leader di molti Paesi che hanno deciso di impegnarsi sul fronte diplomatico. Tra loro anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il presidente dell'Anp, Abu Mazen, che sembrava non dover partecipare. Anche da alcuni leader europei è arrivata la richiesta a Israele per un ritiro delle proprie truppe. Secondo il presidente francese, Nicolas Sarkozy, "non c'è necessita di rimanere a Gaza" perché questo "non offrirebbe nulla alla sicurezza di Israele ma minerebbe il potere del presidente palestinese Abu Mazen che noi appoggiamo in pieno perchè lui sostiene la pace. Ma non ci sará pace se Israele rimarrá a Gaza". Anche il premier britannico Gordon Brown ha chiesto l'immediato ritiro dei soldati israeliani dall'enclave costiera e ai palestinesi di interrompere il lancio dei razzi contro Israele.

LA LETTERA A MUBARAK - I capi di stato e di governo europei si erano fin qui mossi in ordine sparso e anche la presidenza di turno della Ue, la Repubblica Ceca, è rimasta indecisa sul da farsi. I leader di Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania, invece, avevano deciso di indirizzare una lettera al presidente egiziano Hosni Mubarak, che ha tenuto le file del lavoro diplomatico attorno all'interruzione delle ostilità, in cui si impegnano ad assumere "una serie di misure tese a facilitare" il risultato di un cessate il fuoco duraturo. Parole un po vaghe ma che in sostanza, riassumono fonti diplomatiche, si potrebbero concretizzare nella partecipazione ad una forza internazionale per il controllo dei confini della Striscia, la creazione di una squadra navale per frenare il traffico di armi verso la Striscia (anche l'Italia ha dato la sua disponibilità) ed anche, in prospettiva, aiuti per la ricostruzione di Gaza. Dopo il vertice di Sharm, Brelusconi si trasferirà in Israele, insieme al presidente francese Nicolas Sarkozy ed al cancelliere tedesco Angela Merkel. I tre leader incontreranno le autorità israeliane che non saranno presenti al summit sul Mar Rosso.

L'IRAN: "ISRAELE SCONFITTO" - Mentre a Occidente la notizia del cessate il fuoco unilaterale era stata accolta con sollievo e vista come gesto distensivo da pare di Israele, dall'Iran la decisione è stata considerata "un simbolo della sua sconfitta". Da Teheran il ministro degli Esteri iraniano, Manucher Mottaki, ha poi sottolineato che una tregua senza un ritiro delle forze dello stato ebraico da Gaza non può garantire una fine dei combattimenti. Soltanto la riapertura dei valichi di frontiera può ripristinare la calma, ha aggiunto in una nota.

18 gennaio 2009

 

 

 

"I bimbi nella trappola della guerra"

Così Gerusalemme ha perso la guerra

Forse mai come in questa guerra di Gaza si sono viste fotografie di bambini colpiti. La propaganda di Hamas è senz'altro all'opera, ma i civili muoiono davvero.

"C'è una guerra mediatica in corso, con entrambe le parti che cercano di manipolare l'opinione pubblica mondiale — dice lo scrittore e docente anglo-olandese Ian Buruma —. Hamas fa di tutto per presentare Israele come una banda di criminali di guerra; gli islamisti di Gaza sono talmente determinati in questo da non esitare a sacrificare i civili, bambini compresi, esponendoli ai pericoli nella speranza di accaparrarsi le simpatie degli spettatori ".

Israele sta perdendo la guerra mediatica?

"È senza dubbio in una posizione difficile, da sempre. Perché è una democrazia aperta e se usi la forza contro una società chiusa parti in svantaggio. La gente ha molto più accesso a quello che fai tu rispetto a quello che fa l'avversario. Gerusalemme ha un'immagine controversa nei media prima di tutto perché è una democrazia".

Hamas ha molti nemici nel mondo islamico, eppure la solidarietà musulmana scatta immediatamente.

"C'è un evidente doppio standard. Mi trovo ora a Kuala Lumpur, nella musulmana Malaysia, e tutte le prima pagine dei giornali sono interamente dedicate ai "crimini di guerra israeliani" e all'urgenza di boicottare Israele e così via. I governi musulmani hanno sempre massacrato infinitamente più persone, spesso loro stessi cittadini: per esempio il siriano Assad, padre dell'attuale presidente, ha ucciso decine di migliaia di oppositori e nessuno in Malaysia né altrove si è mai sognato di proporre il boicottaggio della Siria".

Lei condivide la scelta israeliana di attaccare Gaza?

"Niente affatto. L'argomento che le dittature sono di gran lunga peggiori non è sufficiente per bloccare ogni possibilità di critica a Israele, sia chiaro. Questa guerra per me non ha granché senso; l'idea di usare la forza per indurre le popolazioni a rivoltarsi contro i loro stessi governi non ha mai funzionato. Era ciò che speravano gli alleati durante la Seconda guerra mondiale; bombardarono le città tedesche e giapponesi convinti che la gente sarebbe insorta; invece i governi in carica, pur traballanti, furono rafforzati, perché in quelle circostanze erano pur sempre gli unici a poter offrire servizi minimi ai superstiti".

Le immagini dei bambini uccisi hanno purtroppo anche l'effetto di scatenare commenti e reazioni al limite dell'antisemitismo.

"Israele deve essere sottoposto al giudizio come qualsiasi altro Paese. Sottolineo come qualsiasi altro Paese e non con toni pregiudizialmente più severi. È evidente che lo Stato ebraico è più vulnerabile, un po' perché come dicevo è una condizione inerente alla natura stessa delle democrazie e un po' perché Israele è un facile bersaglio, tutti si sentono un più buoni se condannano le azioni del Golia israeliano contro il povero Davide palestinese. La realtà non è così semplice".

Le fotografie vanno pubblicate?

"Sì, ma con infinite spiegazioni e mettendole nel giusto contesto. Il ruolo dei media seri è di informare i lettori, dare loro analisi e commenti. Detesto chi diffonde immagini strazianti per indurre a una condanna morale senza appello. Eccitare i lettori è troppo facile e sbagliato".

Ci sono i precedenti della bambina vietnamita in fuga Kim Phuc, ritratta da Nick Ut, premio Pulitzer 1972. E della piccola ferita all'occhio durante l'assedio di Sarajevo.

"La celebre foto della bimba in Vietnam: tutti pensano che fu vittima del napalm americano, mentre in realtà venne ferita durante un attacco sudvietnamita. C'è una differenza tecnica non così fondamentale, d'accordo, l'America era lì in soccorso dei sudvietnamiti, ma comunque in questo genere di situazioni sarebbe bene essere precisi. Quanto a Sarajevo, il contesto era un po' diverso: a Gaza, per quanto uno voglia criticare Israele, e io lo critico, l'esercito non punta a uccidere civili; durante la guerra dei Balcani, invece, massacrare la gente su semplice base etnica era l'essenza stessa dei combattimenti. Non sono d'accordo con la guerra di Gaza, ma non gioisco certo della vittoria mediatica di Hamas. Bisognerebbe non abbandonarsi all'emozione provocata da immagini incapaci di restituire una realtà più complessa".

Stefano Montefiori

18 gennaio 2009

 

 

 

 

 

LA GUERRA A GAZA

I media come arma

di Angelo Panebianco

Le polemiche innescate dai contenuti della trasmissione televisiva "Anno Zero" sulla guerra di Gaza possono aiutarci a riflettere su un aspetto cruciale di questo conflitto (come di altri che lo hanno preceduto): il ruolo dei mass media, delle televisioni in primo luogo, non come strumenti di informazione

sulla guerra ma come armi della guerra e nella

guerra. E' qualcosa che va al di là delle tradizionali forme di propaganda, più o meno pianificata, che hanno sempre accompagnato i conflitti e li accompagnano tuttora. La prima volta che si comprese appieno il nuovo (e imprevisto) ruolo attivo giocato dalle televisioni nei conflitti asimmetrici fu all'indomani della conclusione della guerra del Vietnam: si disse allora, con qualche esagerazione ma anche con qualche elemento di verità, che gli Stati Uniti avevano perso quella guerra non nelle risaie e nelle giungle dell'Indocina ma nelle case americane dove ogni sera il piccolo schermo faceva entrare le immagini delle devastazioni prodotte dai bombardamenti statunitensi.

Da allora, nessun governo o gruppo armato impegnato in una guerra ha più dimenticato che le immagini televisive e i commenti che le accompagnano sono parte integrante, non accessoria, dei conflitti, e dei conflitti asimmetrici soprattutto: è da essi che dipende lo spostamento, a favore di uno dei belligeranti, dell'orientamento delle opinioni pubbliche delle democrazie occidentali. E poiché nelle democrazie i governi devono tenere conto delle opinioni pubbliche, lo spostamento di queste ultime da una parte o dall'altra non è senza effetti internazionali: spinge o può spingere i governi delle democrazie ad esercitare pressioni diplomatiche a favore del belligerante che ha conquistato il sostegno dell'opinione pubblica.

Il caso di Gaza (una guerra che forse è ora giunta a conclusione) è da manuale. Dal punto di vista strettamente militare la disparità delle forze fra l'esercito israeliano e Hamas era massima. Hamas ha avuto quindi a disposizione, in questa guerra, soprattutto una carta e l'ha giocata fino in fondo: le vittime civili. Il calcolo era semplice: più vittime civili ci sono (e non possono non esserci vittime civili data la natura del conflitto), più i networks televisivi ne parlano, più è probabile che le opinioni pubbliche, soprattutto europee, si schierino contro Israele e che, infine, la "comunità internazionale " (leggi: le democrazie occidentali) sia costretta a tenerne conto. La contromossa israeliana (vietare l'ingresso a Gaza ai giornalisti finché durano i combattimenti) è parte della stessa logica.

Si considerino gli scopi bellici dei due contendenti. Per Israele "vincere" significava ridimensionare Hamas militarmente (mettere il gruppo in condizione di non lanciare più missili sul territorio israeliano) e politicamente (creare le condizioni per una successiva riconquista del potere a Gaza, a spese di Hamas, da parte della fazione palestinese moderata, Fatah). Per Hamas, invece, "vincere" significava sopravvivere, quali che fossero le perdite subite, essere ancora in grado di riorganizzare le forze per colpire di nuovo Israele fra qualche tempo. Come in Libano nel 2006: Hezbollah "vinse" la guerra semplicemente perché sopravvisse all'offensiva israeliana. In queste condizioni, e data questa disparità degli obiettivi dei due contendenti, usare i civili come scudi era per Hamas una necessità di guerra, il solo modo per tentare di ottenere una pressione internazionale tale da fermare Israele. Il che, dal punto di vista di Hamas, avrebbe significato vincere. Per Israele valeva la regola contraria: meno civili cadono, meno è probabile che la comunità internazionale si metta di mezzo. Per questo, la guerra è stata condotta simultaneamente in due ambiti diversi (sul terreno e sui mass media). Il contenzioso sul numero di vittime civili (ovviamente difficile da stabilire, dato che i combattenti di Hamas sono mescolati alla popolazione) diventa parte integrante della guerra. Come mostra anche il fatto che le notizie, più o meno attendibili, sui caduti civili sono, fra tutte le notizie di guerra, quelle a cui i mass media danno in assoluto più risalto.

Per i sostenitori occidentali di Israele le vittime civili sono, in parte, una tragica conseguenza della natura di questa guerra e, in parte, il frutto dell'azione deliberata di Hamas. Per gli avversari di Israele sono invece la prova della natura criminale di quello Stato. Le televisioni svolgono un ruolo nel far pendere la bilancia dell'opinione pubblica da una parte o dall'altra. Però, va subito aggiunto, a mò di correttivo, il fatto che contano anche le più generali condizioni politiche in cui si svolge il conflitto. Se il calcolo di Hamas, come sembra ora possibile, si rivelerà alla fine sbagliato non sarà perché l'arma di guerra massmediatica sia di per sé spuntata o debole, ma perché essa è stata neutralizzata, almeno in parte, dall'atteggiamento prudente tenuto per tutta la durata del conflitto dai governi arabi (spaventati dall'alleanza fra Hamas e l'Iran) e dalla ostilità dei palestinesi di Abu Mazen per Hamas. Insieme alla compattezza della società israeliana nel sostenere l'azione del proprio esercito e all'efficacia di quella stessa azione (niente a che vedere con quanto avvenne in Libano nel 2006), questi fattori hanno giocato un ruolo importantissimo nella guerra. Hanno impedito o ritardato uno spostamento massiccio, "a slavina", delle opinioni pubbliche occidentali a favore di Hamas.

18 gennaio 2009

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2009-01-18

Gaza, Hamas apre alla tregua

L'esercito: "Iniziato ritiro progressivo"

I gruppi palestinesi si dicono pronti a patto che "le truppe israeliane si ritirino entro una settimana". Dopo il cessate il fuoco deciso da Israele ieri, i tank lasciano alcuni punti strategici della Striscia, per riposizionarsi vicino alla frontiera. Oggi, però, altri razzi sono stati sparati dai territori palestinesi e l'aviazione ha reagito bombardando le basi di lancio. Abu Mazen, presidente dell'Autorità palestinese: "Cessare il fuoco è necessario ma non sufficiente". Il Papa all'Angelus: "In Terra Santa c'è spazio per tutti. Si approfitti degli spiragli aperti per raggiungere la pace". Fonti di Hamas annunciano che 95 cadaveri, tra cui alcuni bambini, sono stati scoperti tra le rovine dei villaggi bombardati. A Sharm el Sheikh concluso il vertice convocato da Mubarak con i leader internazionali - tra cui Usa, Nazioni Unite, Italia e Francia - che chiedono "una pace duratura". Berlusconi: "Carabinieri per il controllo dei valichi". Annunciato un altro summit in Egitto

 

18:08 Esercito israeliano: "Iniziato ritiro progressivo"

L'esercito israeliano ha iniziato un "ritiro progressivo" dalla Striscia di Gaza dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco dichiarato unilateralmente da Israele. Lo ha annunciato un portavoce dell'esercito.

17:46 Tv israeliana: "Iniziato il ritiro parziale"

Il ritiro israeliano da Gaza è iniziato. Secondo la televisione commerciale Canale 10, diverse unità sono rientrate stasera in territorio israeliano. "Si tratta - ha precisato l'emittente - di colonne di mezzi blindati e di unità di fanteria". Parte delle unità che sono state impegnate nella operazione Piombo fuso restano ancora nella Striscia di Gaza, in attesa di ulteriori istruzioni. L'agenzia Ynet precisa che le truppe saranno riposizionate in zone nei pressi della barriera di sicurezza.

17:40 Sarkozy: "Accelerare sforzi per creazione due Stati"

"Dobbiamo accelerare i nostro sforzi per ottenere un accordo basato sulla creazione di due Stati, uno palestinese che vive al fianco di uno Stato israeliano che ha diritto alla sua sicurezza". Lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy alla chiusura del vertice di Sharm el Sheik, che ha presieduto insieme al presidente egiziano Hosni Mubarak.

17:28 Mubarak: "Nuovo vertice internazionale in Egitto"

L'Egitto ospiterà un altro vertice internazionale per coordinare la ricostruzione della Striscia di Gaza e nel tentativo di arrivare ad una soluzione definitiva al conflitto tra Israele e Hamas. Lo ha annunciato da Sharm el-Sheikh il presidente egiziano, Hosni Mubarak, senza precisare la data del nuovo vertice.

17:11 Consigliere Usa: "Obama spera in tregua duratura"

Il presidente eletto Barack Obama spera che il cessate il fuoco a Gaza sia "durevole": lo ha detto il suo consigliere David Axelrod in un'intervista alla Cnn. Il futuro presidente ha "l'intenzione di lanciare rapidamente sforzi diplomatici intensi nel mondo intero" per la pace in Medioriente. Se necessario, invierà in zona "collaboratori della sua squadra". Oggi una portavoce ha riferito che Obama dirà di più sulla situazione mediorientale dopo il 20 gennaio, quando si sarà insediato come presidente alla Casa Bianca.

16:56 Testimoni: "Israeliani via da posizioni chiave a Gaza"

Le truppe israeliane si sono ritirate dalle posizioni strategiche intorno a Gaza City. Lo hanno riferito alcuni testimoni. Dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco unilaterale, l'esercito ha abbandonato alcune postazioni considerate strategiche durante questa guerra per riposizionarsi vicino alla frontiera con Israele, ma sempre all'interno della Striscia. Tra le postazioni abbandonate dagli uomini e dai carri armati, l'imbocco della via Salah el-Din, importante strada di accesso a Gaza City, e quella dell'ex colonia di Netzarim, a sud del capoluogo, utilizzata nelle ultime due settimane per tagliare in due i collegamenti tra la parte meridionale e settentrionale della Striscia.

16:45 Missione Cri: 14 bimbi palestinesi malati saranno curati in Italia

Quattordici bambini di Gaza, gravemente malati, arriveranno martedì prossimo in Italia per essere curati in strutture messe a disposizione dalla Regione Toscana. L'operazione è realizzata, in accordo con il ministero degli Esteri, dalla Croce Rossa Italiana. I piccoli non soffrono di patologie conseguenti al conflitto ma sono a rischio di vita per malattie che, al momento, non trovano cure adeguate sul luogo, visto che le strutture sanitarie palestinesi sono fortemente impegnate per i feriti di guerra. Intanto sono pronti tre aerei (uno è già partito oggi, gli altri due in settimana) della cooperazione italiana, a cui collabora anche la Cri, carichi di aiuti umanitari, medicinali e generi di prima necessità, diretti alla Striscia di Gaza.

 

 

16:42 Egitto, Mubarak ribadisce il "no" a osservatori internazionali

Il presidente egiziano Hosni Mubarak, al termine del summit di Sharm, ha ribadito il "no dell'Egitto all'ingresso di osservatori internazionali" all'interno dei propri confini, pur dicendosi disponibile a perseguire ogni azione per arrivare a una conclusione della crisi israelo-palestinese.

16:40 Iran: "Hamas non deve accettare la tregua"

"Hamas non deve accettare il cessate il fuoco unilaterale dichiarato dai sionisti e non deve avere alcuna esitazione a colpire le loro postazioni strategiche con i missili". Lo ha dichiarato il vice presidente della commissione Sicurezza ed Esteri del Parlamento iraniano, Ismaeil Kowsari.

16:38 Berlusconi in partenza per Gerusalemme: "Israele va capito"

"Gli israeliani vanno capiti, tutte le notti vanno a letto e guardando il soffitto si domandano se il giorno dopo saranno ancora vivi". Sono le parole pronunciate dal premier Berlusconi dopo il vertice in Egitto, prima di partire per Gerusalemme, dove in serata è prevista una cena con il premier israeliano Ehud Olmert. Il presidente del Consiglio ha osservato che fino a questo momento chi ha "sofferto di più è stata la popolazione residente a Gaza che Hamas addirittura ha usato come scudi umani".

16:34 Berlusconi: "Italia capofila nel Piano Marshall per Gaza"

Berlusconi ha spiegato che il nostro Paese "vuole essere capofila per l'avvio di un Piano Marshall a sostegno dell'economia palestinese". Berlusconi ha anche ribadito che l'Italia ha già offerto la città siciliana di Erice come "sede dei colloqui" per la soluzione del conflitto.

16:30 Polizia israeliana: "Lanciati razzi dopo annuncio tregua di Hamas"

Alcuni miliziani palestinesi a Gaza hanno lanciato tre razzi contro Israele dopo che Hamas e le altre fazioni armate hanno annunciato una tregua di una settimana. Lo ha riferito la polizia israeliana, secondo cui i razzi hanno colpito l'area di Netivot e un altro un villaggio nel sud di Israele. Nel complesso più di venti razzi sono caduti dalle prime ore di oggi in Israele. Tre persone sono state ferite, nessuna in modo grave, nell' esplosione di un razzo a Ashdod.

16:28 Berlusconi: "Con Obama, sforzo decisivo per arrivare alla pace"

"Con l'avvento della nuova amministrazione americana" guidata da Barack Obama, la comunità internazionale deve fare "l'ultimo decisivo grandissimo sforzo per arrivare ad una soluzione vera e concreta del problema" mediorientale. E' l'auspicio espresso dal premier Silvio Berlusconi al termine del vertice in Egitto.

16:26 Egitto, i leader internazionali chiedono una "pace duratura"

I leader internazionali hanno chiesto oggi nel vertice di Sharm el-Sheikh di accelerare gli sforzi per arrivare ad una "pace duratura" nella Striscia di Gaza e consolidare la tregua annunciata da Israele e da Hamas. Il vertice è terminato intorno alle 17, ora locale.

16:24 Berlusconi: "L'auspicio dei leader è il ritiro progressivo di Israele"

Berlusconi ha spiegato che l'auspicio espresso dai leader riuniti a Sharm è che "il cessate il fuoco sia permanente e che ci sia un progressivo ritiro delle forze israeliane dalla Striscia". L'altro auspicio è che "si aprano i valichi per consentire l'arrivo degli aiuti umanitari per gli abitanti di Gaza". Il terzo punto fondamentale è che "ci sia una riconciliazione tra Hamas e l'Autorità Nazionale Palestinese, senza la quale non può esserci un soggetto che

possa sedersi al tavolo e parlare in nome di tutti i palestinesi con Israele".

16:19 Berlusconi: "Tregua di Hamas? Poco, ma pur sempre qualcosa"

Il cessate il fuoco di una settimana accettato da Hamas "è poco, ma è pur sempre qualcosa". Lo ha detto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, secondo cui "l'esito di questo vertice credo che dia un supporto a ciò che deve per forza avvenire affinché la situazione finisca".

16:01 Berlusconi: "Carabinieri per controllo valichi"

Berlusconi: "Abbiamo dato il nostro benestare affinché i nostri carabinieri si possano unire a eventuali formazioni per il controllo dei valichi". Il premier ha aggiunto che l'Italia ha offerto la propria partecipazione "per eventuali azioni militari di mare per evitare che il contrabbando di armi possa prodursi in quella zona".

16:00 Capo Shin Bet: "Operazione non ancora terminata"

L'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza "non è terminata" e i prossimi giorni saranno fondamentali per decidere se le ostilità debbano essere riprese: lo avrebbe affermato in consiglio dei ministri il responsabile della sicurezza interna dello stato ebraico, Yuval Diskin.

15:32 Brown: "Ritiro di Israele e stop ai razzi"

Il premier britannico Gordon Brown ha chiesto l'immediato ritiro dei soldati israeliani dalla striscia di Gaza e ai palestinesi di interrompere il lancio dei razzi contro Israele: l'appello del capo del governo britannico è arrivato al termine del summit di Sharm el-Sheikh

15:27 Berlusconi: "Pronti a un grande sforzo"

"Bisogna operare operare con l'Unione Europea e la nuova amministrazione americana per uscire questa crisi e l'Italia è pronta a fare un grande sforzo tangibile e tutto il suo dovere per risolvere questo problema". Lo ha detto Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa conclusiva del vertice di Sharm el Sheikh

15:19 Sarkozy: "Se stop razzi, Israele si ritiri"

"Se i tiri di razzi finiscono, Israele deve ritirarsi dalla Striscia di Gaza. Non c'è alternativa alla pace". Lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy, nella conferenza stampa conclusiva del vertice di Sharm El Sheikh

15:08 Concluso il vertice di Sharm

Si è concluso la seduta plenaria del vertice di Sharm el Sheikh. Il presidente egiziano, Hosni Mubarak, ha cominciato una conferenza stampa, con i leader che vi hanno partecipato

14:26 Israele: "Positivo l'annuncio di Hamas"

L'annuncio odierno di Hamas sulla sospensione del fuoco contro Israele "è uno sviluppo positivo". Lo dice Andy David, un portavoce del ministero degli esteri israeliano. "Il ritorno della quiete e della sicurezza - aggiunge - era l'obiettivo per il quale le forze armate avevano lanciato l'operazione Piombo Fuso a Gaza. Israele non ha mai inteso restare nella Striscia di Gaza e se davvero ci sarà la quiete e cesserà il contrabbando di armi a Hamas, l'esercito si ritirerà progressivamente da tutte le posizioni che ora occupa nella Striscia"

14:12 Sarkozy: "Ho chiesto conferenza per due stati"

Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha detto a Sharm El Sheikh di aver chiesto agli Stati Uniti "una conferenza che porti alla coesistenza dei due stati, uno accanto all'altro, per garantire una pace accettabile. L'Egitto ci mostra il cammino e l'Europa è pronta a collaborare"

14:10 Abu Mazen al vertice di Sharm

Il presidente palestinese, Abu Mazen (Mahmud Abbas) è presente ai lavori del vertice di Sharm el Sheikh. Lo ha constatato un giornalista dell'ANSA, mentre fino a ieri sera la sua partecipazione non era stata confermata al Cairo

14:05 L'impegno di Obama

Attraverso la sua portavoce Obama conferma l'impegno ad aiutare israeliani e palestinesi nel lavoro verso la pace e precisa che dirà di più dopo il suo insediamento

13:55 Sharm, aperto il vertice

Il vertice internazionale di leader arabi ed europei per rafforzare il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza si è aperto oggi a Sharm el Sheikh

13:49 Berlusconi: "Il vertice è importante per la pace nel mondo"

"E' un grande e importante impegno per la pace nel mondo". Così il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, ha definito il vertice di Sharm-el-Sheick sul conflitto di Gaza, durante una telefonata dall'aereo che lo accompagnava in Egitto ai partecipanti all'appuntamento elettorale per le elezioni regionali in Sardegna. "Dovevo essere con voi, ma era necessario partecipare a questo grande e importante impegno per la pace nel mondo"

13:41 Jihad islamica conferma tregua per una settimana

Un portavoce della Jihad islamica a Gaza ha confermato che i gruppi palestinesi cesseranno il fuoco per una settimana

13:27 Hamas: "Tregua ma ritiro israeliani entro una settimana"

Hamas si dice disponibile alla tregua ma le truppe israeliane devono ritirarsi entro una settimana

12:31 Israele, premauturo fissare scadenze per il ritiro truppe

Israele ha detto che non considerà alcuna scadenza per il ritiro delle truppe dalla Striscia di Gaza fino a quando Hamas e gli altri miliziani palestinesi non cesseranno gli attacchi. Lo ha detto il portavoce del premier Ehud Olmert

12:30 Papa: "L'inaudita violenza ha fatto centinaia di vittime innocenti"

Dopo la preghiera dell'Angelus, il Papa ha ricordato "le centinaia di bambini, anziani, donne, caduti vittime innocenti dell'inaudita violenza" tra Israele e la Palestina

12:15 Ue chiede tregua ad Hamas e ad Israele l'apertura dei varchi

L'Unione Europea chiede ad Hamas l'immediato e incondizionato cessate il fuoco e ad Israele di dar seguito alla tregua unilaterale, aprendo i valichi di accesso a Gaza: l'appello arriva dalla Repubblica ceca, il Paese che detiene la presidenza di turno dell'Ue

12:14 Il Papa: "In Terra Santa c'è spazio per tutti"

Il Papa ha detto: "Il dialogo nella giustizia e nella verità è l'unica soluzione per la Terra Santa, dove c'è spazio per tutti"

12:11 Benedetto XVI all'Angelus: "Fermiamo la tragedia a Gaza"

Durante l'Angelus, il Papa ha chiesto di accompagnare "gli sforzi che numerose persone di buona volontà stanno compiendo per fermare la tragedia" a Gaza e spera "vivamente che "si sappia approfittare degli spiragli aperti per ripristinare la tregua e avviarsi verso soluzioni pacifiche e durevoli"

12:08 Berlusconi e i leader europei a cena da Olmert

I sei capi di Stato o di governo europei che nel pomeriggio partecipano al summit di pace per Gaza convocato a Sharm el-Sheikh, al termine del vertice si sposteranno in Israele, dove sono stati invitati a cena dal premier Ehud Olmert. Tra i leader invitati, oltre al premier italiano, Silvio Berlusconi, il presidente francese Nicolas Sarkozy, il premier britannico Gordon Brown, il cancelliere tedesco Angela Merkel, il capo del governo spagnolo, Jose Luis Rodriguez Zapatero e il premier ceco, Mirek Topolanek, il cui Paese detiene la presidenza di turno dell'Ue

11:52 Dall'inizio della tregua estratti 95 cadaveri nella Striscia di Gaza

Sono saliti a 95 i cadaveri estratti dalle macerie di edifici crollati a Gaza dall'inizio della tregua unilaterale. Il bilancio arriva da fonti sanitarie palestinesi

11:01 Hamas: "Il cessate il fuoco non ci vincola"

Il cessate il fuoco unilaterale proclamato ieri dal premier israeliano Ehud Olmert "non vincola Hamas". Lo ha ribadito Ahmed Yussef, un consigliere politico di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas a Gaza

10:57 Tony Blair: "L'iniziativa di pace non è morta"

L'iniziativa araba per instaurare la pace tra Israele e i palestinesi "non è morta" ma ha bisogno della conferma di tutte le parti del principio dei due stati. Lo ha sottolineato il rappresentante del quartetto per il medio oriente, l'ex primo ministro britannico Tony Blair

10:25 Abu Mazen: "Cessare il fuoco non basta. Israele si ritiri"

Abu Mazen, presidente dell'Autorità palestinese: "Cessare il fuoco non basta. Israele si ritiri. Il cessate il fuoco unilaterale di Israele a Gaza è importante e necessario ma non sufficiente e occorre un completo ritiro delle truppe israeliane dall'enclave palestinese. Deve esserci - ha detto Abu Mazen - un completo ritiro da Gaza e la riapertura dei valichi per consentire l'arrivo degli aiuti alla popolazione palestinese"

10:23 Miliziano ucciso da soldati isaraeliani

Un miliziano palestinese è stato ucciso da soldati israeliani durante uno scontro a fuoco. E' la prima vittima dopo il cessate il fuoco. Lo riferiscono fonti locali secondo cui l'incidente è avvenuto nella zona di Khuzaa, presso Khan Yunes, a sud di Gaza. In Israele l'episodio non è stato ancora commentato

10:07 Olmert: "La tregua è fragile. Va costantemente valutata"

"La tregua unilaterale proclamata ieri sera da Israele a Gaza è fragile e deve essere costantemente valutata e aggiornata".

Lo ha detto il premier israeliano Ehud Olmert aprendo una riunione del suo governo

09:21 Rappresaglia di Israele su Gaza

Aerei israeliani hanno risposto al lancio di razzi dalla Striscia di Gaza colpendo presunte basi di lancio installate in territorio palestinese

09:18 Hamas: "Scoperti cadaveri di bambini"

Venticinque cadaveri, di cui alcuni di bambini, sono stati scoperti oggi tra le rovine in due località nel nord della striscia di Gaza.

Lo ha annunciato il capo del servizi di emergenza del territorio palestinese

09:17 Razzi su Israele

Razzi sono stati lanciati questa mattina a partire dalla striscia di Gaza sul sud di Israele. Lo afferma la radio israeliana

09:13 In Egitto il vertice della pace

Oggi, in Egitto, vertice per suggellare il cessate il fuoco deciso da Israele ma rifiutato da Hamas. aranno presenti, oltre al presidente egiziano Mubarak, grande mediatore tra i due fronti, il segretario dell'Onu Ban Ki Moon, i leader europei Sarkozy, Brown, Merkel, Berlusconi e Zapatero, i rappresentanti della Ue e della Lega Araba

09:07 Israele: "Risponderemo agli attacchi"

Poco prima dell'ora stabilita per il cessate il fuoco, un portavoce militare israeliano ha ammonito che lo stato ebraico "risponderà a qualsiasi attacco contro civili o militari israeliani"

09:05 In vigore la tregua

La tregua unilaterale proclamata da Israele nella Striscia di Gaza è entrata formalmente in vigore alle 2 ora locale, le 1 italiane

 

 

L'UNITA'

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2009-01-18

Israele annuncia la tregua unilaterale, ma Hamas chiede il ritiro delle truppe

È tregua a Gaza. Hamas ha annunciato un immediato cessate il fuoco da parte dei suoi miliziani e dei gruppi alleati. Lo ha detto uno dei leader del movimento islamico, Ayman Taha, il quale però ha aggiunto che i palestinesi danno alle truppe israeliane una settimana di tempo per lasciare l'enclave costiera. E tregua è anche per Israele che ha deciso il cessate il fuoco unilaterale. E il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha spiegato che la decisione è stata adottata dal gabinetto di sicurezza di Israele in quanto Hamas è stata colpita "in modo pesante" e che l'esercito di Gerusalemme ha pienamente realizzato e perfino superato gli obiettivi che si era prefissato nel lanciare l'operazione "Piombo Fuso". Ma l'esercito israeliano ha compiuto domenica un primo raid aereo su Gaza dopo il lancio di razzi palestinesi su Sderot che avevano interrotto la tregua unilaterale proclamata ieri sera ed entrata in vigore alla 02:00 ora locale. Secondo fonti dell'esercito israeliano "sono stati colpiti i siti dai quali in mattinata erano stati lanciati razzi verso il sud di Israele".

La decisione di interrompere le ostilità era stata anticipata nel tardo pomeriggio di sabato da una telefonata dello stesso Olmert al presidente egiziano Hosni Mubarak, uno dei più attivi sul fronte diplomatico dall'inizio di questa ennesima crisi nell'area mediorientale. La tregua ha effetto a partire dalle 2:00 ora locale, l'1:00 in Italia. "Tre settimane fa io e i colleghi di governo decidemmo di dare inizio alle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Gli obiettivi che ci eravamo posti sono stati raggiunti: Hamas è ora in una situazione difficile, molti dei suoi leader sono morti, le sue infrastrutture distrutte", ha detto Olmert.

Israele è dunque pronto a interrompere i bombardamenti, i lanci di artiglieria e le incursioni dei suoi soldati. Ma non lascerebbe la Striscia: le truppe di Tsahal prima di ripiegare dovranno accertare l'effettiva messa in sicurezza della regione con l'interruzione definitiva dei lanci di missili verso il territorio israeliano. L'esercito, inoltre, risponderà a eventuali attacchi da parte di Hamas. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon ha invece detto che "questa dichiarazione unilaterale dovrebbe essere accompagnata da un calendario per il ritiro israeliano". Una richiesta analoga a quella avanzata dal presidente egiziano Mubarak, che ha anche annunciato che organizzerà una conferenza internazionale per la ricostruzione della Striscia.

Ma Hamas da parte sua ha risposto che non cederà le armi in caso di stop unilaterale israeliano. Il cessate il fuoco unilaterale di

Israele a Gaza è "importante e necessario ma non sufficiente" e occorre un completo ritiro delle truppe israeliane dall'enclave palestinese. Queste le parole del presidente dell'Autorità Nazionale palestinese, Abu Mazen, al termine di un incontro con il presidente Hosni Mubarak. "Deve esserci -ha detto Abu Mazen- un completo ritiro da Gaza e la riapertura dei valichi per consentire l'arrivo degli aiuti alla popolazione palestinese". E altre fonti annunciano che 95 cadaveri, tra cui alcuni bambini, sono stati scoperti tra le rovine dei villaggi bombardati nella Striscia.

E domenica mattina alcuni razzi sono stati lanciati a partire dalla striscia di Gaza sul sud di Israele. Lo afferma la radio israeliana. Complessivamente sono stati sparati da Gaza sei razzi, che non hanno provocato vittime in Israele. I razzi, ha precisato la radio militare, sono esplosi nella zona della città di Sderot e degli insediamenti agricoli vicini. Nel sud di Israele, nelle località distanti fino a 40 chilometri da Gaza, la maggior parte delle scuole sono rimaste oggi chiuse per ragioni di sicurezza. Da Gaza si ha intanto notizia di due scontri a fuoco avvenuti in mattinata fra miliziani palestinesi e reparti della brigate di fanteria Golani. Non si ha notizia di vittime.

Secondo fonti palestinesi poi la Jihad islamica ha inoltre rivendicato la paternità di un attacco lanciato dai suoi miliziani contro forze di fanteria israeliane a Jabalya, presso Gaza. Nel frattempo da Gaza sono stati sparati anche alcuni colpi di mortaio in direzione del Neghev. Secondo le fonti in mattinata colonne di mezzi blindati israeliani sono state viste arretrare. Ma a quanto pare si trovano ancora all'interno della striscia di Gaza.

"In Medio Oriente non esiste altra strada oltre a quella del dialogo, e l'obiettivo non può che essere quello di due popoli per due Stati che convivano pacificamente. Un obiettivo che non è facile da raggiungere se si pensa che ci sono Paesi che soffiano sul fuoco". Lo afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini al termine del suo incontro ad Abu Dhabi, dove si trova in visita ufficiale, con il presidente del Consiglio Federale nazionale degli Emirati arabi uniti, Abdul Aziz Al Ghurarir.

"A tutti è evidente - spiega Fini - che per capire quello che accade nella Striscia di Gaza e quello che muove Hamas bisogna guardare a Teheran e non solo a quello che si agita all'interno del popolo palestinese". In ogni caso, Fini ribadisce che "bisogna fare tutto il possibile perchè la meta della pace sia non solo raggiungibile ma sempre più vicina. Qualche spiraglio c'è, e dai colloqui che ho avuto negli Emirati ho avuto la riprova del ruolo oggettivamente importante che nel mondo musulmano e arabo hanno l'Europa e l'Italia, non solo come Paese tradizionalmente amico del popolo palestinese, ma anche come Paese che geograficamente ha un interesse vitale in un Mediterraneo pacificato e senza integralismo".

In Egitto, è in programma per domenica un vertice per suggellare il cessate il fuoco deciso da Israele ma rifiutato da Hamas. Saranno presenti, oltre al presidente egiziano Mubarak, grande mediatore tra i due fronti, il segretario dell'Onu Ban Ki Moon, i leader europei Sarkozy, Brown, Merkel, Berlusconi e Zapatero, i rappresentanti della Ue e della Lega Araba

18 gennaio 2009

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-01-18

Gaza, l'Egitto convoca

un vertice per la ricostruzione

18 gennaio 2009

Gaza, Hamas accetta la tregua ma chiede il ritiro di Israele entro una settimana

ANALISI / Dal vertice di Sharm el-Sheik un triste risultato (di Ugo Tramballi)

RADIO24 / Il Papa: in Terra Santa c'è spazio per tutti

Berlusconi, disponibili a inviare i Carabinieri nella forza di pace a Gaza

L'Egitto ospiterà un altro vertice internazionale per coordinare la ricostruzionedella Striscia di Gaza nel tentativo di arrivare ad una soluzione definitiva al conflitto tra Israele e Hamas. Lo ha annunciato da Sharm el-Sheikh il presidente egiziano, Hosni Mubarak, al termine del summit di oggi, senza precisare la data del nuovo vertice. Mubarak ha detto che il suo Paese ospiterà questa conferenza per "raccogliere le risorse necessarie alla ricostruzione" dei territori palestinesi. Non ha però specificato chi vi parteciperà. Diversi Paesi, tra cui la Francia, la Spagna e l'Italia, hanno mostrato la loro disponibilità. Il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha parlato di un "piano Marshall di cui l'Italia vuole essere capofila" per favorire la ricostruzione di Gaza.

I danni materiali causati dall'offensiva israeliana nella Striscia ammontano a 476 milioni di dollari, secondo una stima provvisoria realizzata dall'Ufficio centrale palestinese di statistica. Sempre secondo questo organismo, nei bombardamenti israeliani sono stati distrutte 4mila abitazioni private, 48 edifici governativi, 30 commissariati e 20 moschee sulle 795 che rimangono nella zona. Tra le infrastrutture da ricostruire anche strade, scuole e una parte delle centrali elettriche e di adduzione dell'acqua. Serviranno altri 500 milioni di dollari per sgomberare le macerie.

Anche la presidenza ceca di turno dell'Unione europea ha annunciato che organizzerà una conferenza dei paesi donatori per

rispondere ai bisogni umanitari della popolazione palestinese.

Invito a una pace duratura

Per il resto, il vertice internazionale di oggi a Sharm el-Sheikh si è concluso con i leader di Governo che hanno chiesto di accelerare gli sforzi per arrivare ad una "pace duratura" nella Striscia di Gaza e consolidare la tregua annunciata da Israele e da Hamas. Unanime è stata la pressione sullo Stato ebraico affinché ora ritiri le sue truppe dalla Striscia. "Siamo convinti che la pace non è impossibile e che abbiamo l'obbligo morale di ottenerla", ha detto il premier spagnolo Josè Luis Zapatero. "È necessario proseguire gli sforzi per consolidare il cessate il fuoco e garantire il ritiro delle truppe israeliane", ha detto il presidente egiziano, Hosni Mubarak. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha ricordato che quella di oggi era la sua seconda visita in Medio Oriente da quando Israele ha laciato l'offensiva sulla Striscia e se nella prima occasione aveva notato che "si parlava solo con il linguaggio delle armi", adesso "è cominciato il nostro viaggio e dobbiamo accelerare gli sforzi". Sarkozy ha poi affermato che le truppe israeliane dovranno ritirarsi dalla Striscia di Gaza quando cesserà il lancio di razzi Qassam da parte di Hamas verso il territorio israeliano.

Un graduale ritiro delle forze israeliane è stato auspicato anche dal presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, che ha confermato ai giornalisti come durante il vertice tutti gli interventi dei leader siano andati nella direzione di auspicare un cessate il fuoco permanente, favorire il ritiro delle truppe israeliane da Gaza e aprire valichi per l'arrivo degli aiuti umanitari alla popolazone. In particolare, ha aggiunto Barlusconi, "tutti hanno auspicato che ci sia una riconciliazione all'interno dei palestinesi tra Hamas e l'Autoritá nazionale palestinese. Senza riconciliazione - ha avvertito - non ci può essere infatti un soggetto che si sieda al tavolo a parlare con gli israeliani a nome di tutti i palestinesi e portare a una soluzione il processo di pace in Medio Oriente".

 

 

 

 

Gaza, Hamas accetta la tregua ma chiede il ritiro di Israele entro una settimana

18 gennaio 2009

RADIO24 / Il Papa: in Terra Santa c'è spazio per tutti

Berlusconi, disponibili a inviare i Carabinieri nella forza di pace a Gaza

ANALISI

Dal vertice di Sharm el-Sheik un triste risultato (di Ugo Tramballi)

Hamas accetta la tregua a Gaza, annunciando il cessate il fuoco dei suoi miliziani e dei gruppi alleati ma dà a Israele una settimana di tempo per ritirare le truppe dalla Striscia. L'annuncio è stato dato dai dirigenti palestinesi verso le 13 di oggi (ora italiana) dopo che per tutta la mattinata Hamas aveva continuato a lanciare razzi contro il Sud di Israele. Gli israeliani avevano proclamato il cessate il fuoco unilaterale all'una di notte, che era stato salutato stamani con soddisfazione anche dal presidente eletto americano, Barack Obama. Obama si è detto impegnato ad aiutare Israele e i palestinesi a lavorare verso la pace. Attraverso la sua portavoce ha anche aggiunto che dirà di più sulla situazione in Medio Oriente dopo il 20 gennaio, quando si sarà insediato come presidente alla Casa Bianca.

Intanto, a Sharm-el-Sheikh si è appena concluso il vertice internazionale convocato dal presidente egiziano, Hosni Mubarak con l'obiettivo di favorire anche una tregua a lungo termine. Sono presenti, oltre agli arabi moderati, tra cui l'Autorità palestinese (Abu Mazen), i capi di governo dei principali Paesi europei. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che con gli egiziani ha avvviato il negoziato tre settimane fa, ha dichiarato che ora non è necessario che Israele lasci le sue truppe a Gaza. Al vertice non era presente il premier Israeliano, Ehud Olmert, che è rimasto a Gerusalemme dove stasera dovrebbero recarsi alcuni capi di Governo europei.

 

 

Dal vertice di Sharm el-Sheik un triste risultato

di Ugo Tramballi

18 gennaio 2009

 

Dieci capi di Stato e di Governo, il presidente di turno della Ue, il segretario generale Onu e quello della Lega Araba. Mancavano solo gli americani, i più importanti, per la casuale sovrapposizione di una guerra in Medio Oriente e una successione presidenziale a Washington. Tanta esposizione di potere globale per il solito problema: la soluzione dell'infinito conflitto tra israeliani e palestinesi attraverso la formula dei due Stati. Banale a dirsi, ma da 60 anni apparentemente impossibile da realizzarsi.

A Sharm el-Sheikh è stata invocata una tregua definitiva, premessa per l'ennesima ricostruzione di Gaza. Una parte in causa sul campo di battaglia che deve garantire la pace e favorire lo sviluppo economico della striscia, è stata individuata. Ovviamente Israele. E l'altra? Come il fantasma di Banquo c'era: aleggiava fastidiosa nella sala sontuosa del breve vertice sul Mar Rosso e in quella troppo piccola per ospitare la conferenza stampa di 12 personalità, contemporaneamente. Ma nessuno riusciva a dire "Hamas".

Gli israeliani sostengono di aver raggiunto i loro obiettivi della guerra. Ma Hamas non si è arreso, è ancora vivo: militarmente piegato ma politicamente presente, continua a pretendere che si adottino le sue condizioni. Questa è la fase nebbiosa di fine conflitto in cui è difficile capire chi vince e chi perde davvero. Da Annibale in poi, la Storia ha dimostrato che una grande vittoria militare col tempo può trasformarsi in una sconfitta politica, e viceversa. In attesa di capirlo, é il movimento islamico, decimato ma sopravvissuto alla guerra, che ora deve garantire la tregua da parte palestinese e che rischia di dover amministrare la ricostruzione di Gaza.

In America e in Europa Hamas è ufficialmente un'organizzazione terroristica. Fra gli arabi moderati è un pericolo. Ma anche senza desiderarlo, i 12 saggi di Sharm el-Sheik implicitamente e fatalmente hanno riconosciuto il movimento islamico. Potrebbe essere questo il triste risultato di un'altra inutile guerra mediorientale.

 

 

 

Berlusconi, disponibili a inviare i Carabinieri nella forza di pace a Gaza

18 gennaio 2009

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha offerto alla comunità internazionale il pieno appoggio dell'Italia a eventuali operazioni di peacekeeping nella Striscia di Gaza, in particolar modo per fermare il contrabbando di armi. Inoltre, durante il vertice di pace a Sharm el Sheik, Berlusconi ha ribadito la disponibilità dell'Italia ad inviare i propri carabinieri in una eventuale forza di peacekeeping per il controllo dei valichi.

"Ho offerto - ha detto il premier ai cronisti al termine della conferenza stampa - la nostra partecipazione ad eventuali azioni per verificare se il contrabbando di armi non possa prodursi nella zona del mare e abbiamo sempre dato il nostro benestare a che anche i nostri carabinieri si possano unire ad eventuali formazioni per il controllo dei valichi".

 

 

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2009-01-14

http://www.avvenire.it

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http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

 

 

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2009-01-14

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

http://www.gazzetta.it/

http://www.corrieredellosport.it/

http://www.wallstreetitalia.com/

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2009-01-14

http://www.panorama.it/

http://espresso.repubblica.it/

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

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